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I suffissi onorifici, -san, -kun, -chan e tanti altri

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Memory of Nobody
view post Posted on 29/3/2013, 20:20




I Suffissi per nomi di persona


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In questo forum non ci sarebbe bisogno di questo topic, visto che siamo tutti più o meno conoscitori della cultura giapponese e il più delle volte anche abili ed esperti divoratori di anime, manga e drama :asd:
Quindi anche se qualcuno non ha mai letto a proposito, sa comunque cosa vogliono dire i suffissi giapponesi e come vengono utilizzati.
Comunque non poteva mancare in questa sezione un topic sull'argomento e invece di limitarmi a copiare/incollare qualcosa, questa volta ho deciso di prendere in considerazione per qualche informazione in più anche un mio libro di lingua giapponese (Il giapponese a fumetti di Marc Bernabè)

Ecco qui allora la spiegazione sui vari Suffissi onorifici in Giappone:

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La società giapponese, è, in teoria, una società egualitaria, però in pratica, le distanze sono molto marcate, soprattutto tra persone di età diversa (esempio: relazioni tra kohai "compagno più giovane" e senpai "compagno più anziano" o tra sensei "insegnante" e gakusei "studente")
In Giapponese, riferendoci ad un'altra persona con il suo nome proprio, dovremo porre quasi sempre un suffisso dopo il nome.

Il suffisso più noto e comune è さん -san.
Per esempio, se parliamo del signor Tanaka, non diremo Tanaka e basta, ma sempre Tanaka-san.
E' molto importante mettere il suffisso さん -san dopo i nomi di persona che non conosciamo bene o con cui non abbiamo molta confidenza, così come nel caso di persone gerarchicamente superiori o maggiori di età.
Non farlo equivarrebbe a passare per maleducati o peggio, a seconda della situazione la nostra omissione potrebbe persino risultare offensiva.
Il suffisso さん -san implica quindi una certa formalità, equivale al dare più o meno il "lei" a qualcuno.


Ecco un elenco dei suffissi onorifici più usati in giappone, dal più formale al meno formale:

殿 -dono: Suffisso estremamente formale e arcaico. Si usa solo nei film di samurai e in rarissime occasioni molto formali. Superiore al -sama, viene utilizzato quando si ha un rispetto davvero elevato verso una persona.

-sama: Suffisso molto formale, usato soprattutto nella lingua scritta, è utilizzato per indicare il rispetto nei confronti di qualcuno che riveste un titolo importante o ha uno status particolarmente elevato, per esempio un primo ministro o un sacerdote, o il superiore sul lavoro. Viene anche usato nelle relazioni cliente-commesso. Si utilizza -sama anche quando un suddito parla con il proprio sovrano o per rivolgersi alle divinità (Dio è definito Kami-sama).
Anticamente i figli lo utilizzavano per rivolgersi ai propri genitori.
Nota: Nelle traduzioni italiane è spesso tradotto con aggettivi come "onorevole" (come è anche avvenuto in passato in film e romanzi), oppure "venerabile" o "rispettabile", ma a seconda dei casi potrebbe essere reso con svariati appellativi, da un "maestà" per un re ad ancora "signore" per un politico, a seconda del contesto.

-shi: Il suffisso -shi si utilizza in occasioni rare, il 95% delle volte sui giornali o al telegiornale. Si usa per riferirsi ad una persona con rispetto e con una certa distanza, in maniera piuttosto impersonale.

さん -san: Come già scritto in precedenza, viene utilizzato per indicare il rispetto nei confronti di qualcuno, come un collega di lavoro, un proprio superiore oppure uno sconosciuto a cui ci si rivolge in maniera educata, ma può essere utilizzato anche con persone con le quali non si ha un rapporto amichevole per pura formalità (andando ad assumere una sfumatura di distacco fra le due persone).
E' analogo al nostro "signore/a".

-kun: Questo suffisso viene usato quando un "superiore" parla con un "inferiore" per riferirsi all'inferiore, ma si usa anche tra i giovani che non hanno ancora molta confidenza tra di loro e per indicare una certa forma di rispetto, anche se è meno formale del -san.
Normalmente si usa con nomi maschili e, se il parlante è donna, indica una certa familiarità o anche affetto per l'interlocutore uomo.

ちゃん -chan: Suffisso affettuoso dopo nomi di bambini o bambine. Si può usare anche tra ragazze quando c'è molta confidenza, come per esempio fra amiche di scuola, ma può indicare anche affettuosità e un certo grado di intimità, come fra coppie o fra parenti più grandi verso parenti più piccoli (es. la madre al figlio). Generalmente si utilizza più spesso e con connotazioni meno strette fra ragazze, mentre se usato da un ragazzo per rivolgersi ad una ragazza non parente è più probabile che indichi che vi sia un rapporto particolare fra i due (es. fidanzati o amici d'infanzia). Fra amici maschi è più raro e ha prevalentemente sfumature scherzose o ironiche o deriva da una lunga amicizia. Rivolto ad un uomo può però anche risultare offensivo perchè suona come se si stesse parlando con un bambino.
Utilizzare -chan con persone adulte che si conosce appena può essere visto come scortesia. Viene utilizzato anche per gli animali domestici. Il -chan può essere usato anche dopo un'abbreviazione del nome.
In italiano corrisponderebbe all'appellativo "piccolo/a" o ad un diminutivo (es. Carletta, Luigino).

Solo il nome: Infine, tra gli amici abbastanza intimi, giovani, familiari, si è soliti rivolgersi alle persone soltanto con il nome proprio.
Bisogna però fare attenzione a chiamare qualcuno con il nome senza aggiungere alcun suffisso: occorre essere molto amici e anche giovani.

Altri suffissi: Alcuni dei titoli più usati sono "sensei" (maestro o dottore in medicina o, altre volte, persone che si rispetta, con prestigio, esperienza o conoscenza di una materia), "fujin" (signora di), "shacho" (direttore di un'impresa), "kacho" (caposezione), "bucho" (capo di dipartimento) o "senshu" (sportivo o atleta).

In famiglia, infine, possono essere usati suffissi a seconda del grado di cortesia e di confidenza. Per esempio oniisama e oneesama sono molto formali e in genere si utilizzano in famiglie di rango elevato con una ferrea educazione.

Va notato che molti bambini utilizzano questi termini verso qualsiasi persona più grande anche al di fuori del contesto familiare, piuttosto che utilizzando il cognome seguito dal -san, basandosi sull'età "apparente" della persona in questione. Ad esempio, una donna adulta è probabile che venga chiamata "zia", un anziano "nonno" (senza connotazioni dispregiative come potrebbe risultare in italiano), una ragazza più grande "sorellona" ("neesan" o "neechan", preceduto o meno dal nome). In alcuni casi sporadici anche degli adulti possono utilizzarli in maniera analoga, ma in base a precisi rapporti che spesso dipendono dal contesto particolare e da quello che sarebbe il punto di vista di un bambino. Per esempio, un adulto che entrasse in un negozio nel quale ha una certa familiarità potrebbe chiamare "zio" il gestore. In altri casi potrebbe essere vista come una forma di scortesia, ed è sempre meglio utilizzare il normale suffisso -san di seguito al nome, oppure -sensei in caso di persone specializzate in una professione.



Fonte: Wikipedia
 
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TerryTheDrummer
view post Posted on 29/3/2013, 21:34




Ci voleva un topic come questo :rock:
Non so perchè , ma mi piacciono questi suffissi , li uso con le mie amiche e mia cugina :wub: Grazie Ale :hug:
 
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Ginny-dono
view post Posted on 30/3/2013, 15:17




Anche io li uso con le mie amiche ma dono pensavo, o meglio avevo letto che fosse più formale di San e meno di Sama. Ora vado a cambiare il nikname :)
 
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Sakura-Chan91
view post Posted on 30/3/2013, 22:07




a me i suffissi all'inizio sembravano tanto "oh che carini da usare" poi sono diventati una specie di incubo XD nel senso che se li sento è normale, però se sono io a doverli usare mi creano un sacco di paranoie mentali!
 
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Ginny-dono
view post Posted on 31/3/2013, 07:17




È vero Sakura-San... spero di averlo azzeccato :0
 
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4 replies since 29/3/2013, 20:20   376 views
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