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[FANFICTION] Anata no yakusoku -La storia del Samurai e della Principessa

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view post Posted on 6/4/2012, 17:07
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Windows Of The Soul

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CAPITOLO 1

Esisteva una volta in cui credevo di essere Angela. Ovvero Angela nata l'8 gennaio del 1978, quella Angela. Quella con gli occhi strani, quella a cui tutti chiedevano "Ma sei italiana?" quella che parlava anche in modo strano, perchè aveva una erre inquietante. Non una erre moscia...ecco, inquietante, non saprei descriverla in un modo diverso. Insomma, non è un grande incipit, devo dire, anche perchè sto facendo di tutto per farmi rinchiudere in un manicomio, sicuramente. Comunque, parlando seriamente, tre anni fa ero seriamente convinta di essere Angela e di esserlo stato da sempre. Comunque tre anni fa soffrivo un bel po'. Ero stata appena lasciata da mio marito con cui avevo trascorso ben dieci anni di vita. Ero molto magra e altrettanto triste. I miei occhi bruciavano davanti al monitor del pc che era in quel momento il mio unico amico. Con lui parlavo, ridevo, piangevo...sì, era il mio migliore amico, sicuramente. Vegliava su di me mentre dormivo, perchè era proprio di fianco al divano (il letto non l'avevo più toccato dall'ultima volta che ci avevo dormito con mio marito...non riuscivo più a stare tranquilla sul letto e comunque il divano non mi dispiaceva perchè da sempre lo trovo più comodo.)ogni tanto trillava, qualcuno che mi cercava in chat. I miei amici erano tutti lontani,non conoscevo nessuno in quella città, mi ero trasferita da troppo poco tempo e mio marito non aveva avuto nemmeno l'accortezza di aspettare che mi fossi ambientata per lasciarmi! Comunque non voglio assolutamente soffermarmi sui miei dolori di quel momento perchè non c'entrano una mazza con la storia che ho voglia di raccontare. Anche perchè è a lieto fine eh? Sì, più o meno...più o meno a lieto fine. Gli occhi mi stavano bruciando un po' più del solito e più li tormentavo con le mani e più bruciavano. Una mia amica mi stava chiedendo, sempre tramite il mio migliore amico, come stavo, se mi sentivo meglio...ero stanca di quelle domande ed ero anche stanca degli impulsi visivi che mi stavano stuprando la cornea ormai da ore. "Sto meglio, si vive bene da soli, posso dormire sul divano con il pc acceso e nessuno mi rompe le palle. Sto bene sì! Tu che sei fidanzata puoi dormire sul divano? Puoi decidere della tua giornata senza dover rendere conto a qualcuno? Secondo me no..." Acida. Acida come pochi. Ma lei è una cara amica e mi conosceva abbastanza bene da capire che non volevo assolutamente colpirla. Solo che non ho mai sopportato di dover piangere e lamentarmi con le altre persone. Ho sempre preferito chiudermi in me stessa e trovare la soluzione al mio problema da sola. "No, non posso dormire sul divano e devo sempre rendere conto a qualcuno" le parole della mia amica si stendevano così davanti ai miei occhi lucidi. Mi sembrava di vedere la sua espressione...un sorriso consapevole. No, in realtà non stavo bene...sospirai e raccolsi la forza per rispondere "E' una figata dormire sul divano." Ero ancora Angela...e da Angela non potevo pretendere di più.

Edited by Memory of Nobody - 6/4/2012, 21:50
 
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TerryTheDrummer
view post Posted on 6/4/2012, 17:16




Io adoro come scrivi *-* E' la prima volta che leggo qualcosa di tuo, ma mi ha colpita già dalla prima riga... Mi hai fatto venire la voglia di leggere di più!!! Attendo l'arrivo di SuperMan :asd: Complimenti Angie!!!! :love:
 
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view post Posted on 6/4/2012, 17:22
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Ahahah! SUPERMAN! Arriva arriva (ovviamente), non preoccuparti...grazie per i complimenti, sono felice che ti piaccia. L'ho buttata lì così, è sulla falsa riga di una delle mie ff, come ti ho detto in Skype, ma non potevo postare quella...questa è depurata.
 
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view post Posted on 6/4/2012, 17:42

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mmm mi hai incuriosito *-*
voglio vedere come continua e si sviluppa la trama...qualcosa mi dice che è personale...cmq vedremo quando arriverà il salavatore u-u
 
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view post Posted on 6/4/2012, 18:08
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Grazie Kaggy! Eh è una cosa un po' particolare...poi piano piano le cose tornano :D
 
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view post Posted on 6/4/2012, 18:37
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CAPITOLO 2

La chiesa tutta bianca, ancora una volta. Le mie piccole scarpette di vernice rossa percorrono tutta la navata e l'unico rumore è quello dei tacchi e rimbomba, rimbomba fastidiosamente. Sono una bambina di tre anni e ovviamente una bambina di tre anni trova interessante la palla che c'è sotto l'altare, perchè ci vuole giocare. Non capisco cosa sia l'angoscia che sento dentro...è solo una palla, una bella palla rossa e lucida. La voglio raggiungere ma più passi faccio e più l'altare sembra lontano. Mi volto indietro, l'enorme portone della chiesa è chiuso. Deglutisco l'angoscia e torno a guardare avanti. Non c'è nessuno, nessuno vicino a me ed io voglio maledettamente quella palla.Vorrei correre, veramente...lo faccio sempre al parco con i miei amici e perchè adesso non riesco? L'altro giorno, ora che ci penso, ho anche litigato con la mia migliore amica. Non so per quale motivo ma lei mi ha colpito la testa con le setole di una scopa giocattolo...devo proprio averla fatta arrabbiare. Ma che ho fatto di male? Mmm...la palla è ancora lì, sotto i cinque gradini. Cerco di affrettare il passo, ma niente, non ci riesco. Non ci riesco e mi viene da piangere. Dai, è normale! Ho tre anni santo cielo, posso piangere a tre anni? Tendo le manine verso la palla e non cammino più, le mie scarpette rosse vengono colpite da due o tre lacrime. Che belle le mie scarpette rosse...mi fanno sentire una piccola principessa. Però ora non mi ci sento, ora ho paura, perchè sono da sola e la chiesa è tutta bianca...non è normale una chiesa tutta bianca, no? E perchè quella palla mi fa paura? E se cominciasse a rotolare fino a travolgermi? Strizzo gli occhi e mi stringo nelle braccia fino a farmi male. Un dolore che mi rimase anche al risveglio. L'orologio del pc segnava le dieci e un quarto...era tanto tempo che non dormivo così tanto. Mentre raggiungevo la macchinetta del caffè mi passai una mano tra i capelli per scacciare via anche l'ultimo rimasuglio di quel sogno...uno dei soliti. Quello mi accompagnava da quando ero piccola e non ho mai potuto dimenticarlo. Riuscissi a capirne almeno il significato, insomma...non è un incubo e con la luce del giorno sembra davvero una cazzata. "Va beh, io volevo la palla ma non la raggiungevo...sai che tragedia...mah." Mi specchiavo nel caffè dentro alla tazzina, seduta a tavola. La giornata era meravigliosa ed il sole aveva già invaso la casa, sicuramente da un po' di ore. La mattina, il momento che ho sempre amato di più. Quando mi abbandonavano le angosce dei sogni e tornavo a vivere. Ma...cos'aveva la mia vita di più interessante dei miei sogni in quel momento? Guardandomi riflessa sul vetro del balcone mi veniva da rispondere "Proprio niente" santo Dio. Pensai che sarebbe stata una cosa buona ricordarmi di struccarmi prima di andare a dormire, perchè i segni neri sulle mie guance non facevano altro che svelarmi cosa era successo durante la notte.Veramente anche il bracciolo del divano me lo suggeriva. Contorsi le labbra in un'espressione poco convinta e corsi in bagno, con l'illusione di poter cancellare ogni genere di dolore con l'acqua.Forse non era proprio così, però vedere il viso privo di quelle strisce nere aiutava molto a sentirsi meglio. "E se io...e se io uscissi di casa?..." Impresa titanica. Non uscivo di casa da mesi. Giusto per fare la spesa, qualche volta, ma sfiga voleva che il supermercato fosse proprio di fianco casa mia, quindi non potevo fare più di cento metri. Una gabbia, ecco dove vivevo...in una gabbia. Una gabbia che avevo permesso a qualcuno di costruirmi intorno. Una gabbia che avrei potuto aprire da un momento all'altro. Ma infondo, io non volevo uscirne. Avevo paura. Chi poteva farmi del male in casa mia? O al supermercato? Ma se io avessi fatto qualche metro in più...cosa sarebbe successo? Questi pensieri mi tormentarono la mente per tutta la mattina, mentre davanti a me scorrevano parole sul monitor, parole di persone lontane...molto lontane. La concezione di chilometro l'avevo dimenticata. Per me esistevano solamente dei miseri metri. I chilometri facevano paura. "Certo che potresti venirmi a trovare..." Ross mi aveva scritto questo. Le mie dita tremarono un po' prima di adagiarsi sui tasti "Non penso di poter venire." "Chi te lo impedisce?" Sorrisi stancamente e digitai senza guardare la tastiera "Io." Quell'IO mi fece particolarmente male. "...avrei una cosa da proporti..."i suoi puntini non sospesero solamente la frase, ma anche il mio respiro che riprese solamente quando lessi "...un viaggio" Viaggo. Viaggio? "VIAGGIO???" "Cosa c'è di tanto strano? Io ho voglia di farmi un viaggio. E ho voglia di portarti con me." "Il tuo ragazzo?" "Angie, no, il mio ragazzo non può, solo io ho le ferie il mese prossimo." "Tua mamma?" "Smettila..." "Il tuo cane?" "Non voglio il mio cane, voglio che vieni tu con me!" Ok, non mi sembrava il caso di tirare in ballo il suo gatto. Ci voleva una scusa migliore che si rivelò vincente "Pensi che sia morto qualcuno di abbiente nella mia famiglia? No sai, perchè non mi risulta di avere i soldi per fare un viaggio." "Il viaggio è un regalo." "Ah? E da parte di chi?" "Mio. Un regalo mio per te. Ricordi quando non sono riuscita a farti il regalo di compleanno due mesi fa? Ecco, ora vorrei fartelo." "Ross, o mi porti alle Hawaii o non vengo da nessuna parte." "Ahah! Hai puntato un Hawaiano?" No, non avevo puntato nessun Hawaiano, ma poi perchè sempre sugli uomini deve finire? "No." "Dimmi che vieni e io ti svelerò la destinazione." "Non vengo e non me ne frega un cazzo della destinazione." Le sue successive parole arrivarono dopo qualche minuto di silenzio. Feci in tempo anche a pentirmi della mia reazione...ma lei mi conosceva, insomma...sapeva che non ero una stronza, dai! Quando vidi la matitina che si muoveva tirai un sospiro di sollievo che però si trasformò subito dopo in un sussulto "Ho prenotato il treno, ti vengo a prendere domani e partiamo da Roma. Lasciami fuori di casa, sarà l'unico modo per non partire."
 
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TerryTheDrummer
view post Posted on 6/4/2012, 18:54




Aaaah, bellissima anche questa parte, sono proprio curiosa dove partirete :asd: Finalmente esci fuori di casa, sant'Iddio o_O x°D Non vedo l'ora del 3 :D
 
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view post Posted on 6/4/2012, 18:56
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Sì, esco fuori di casa e faccio 'na strage :D
 
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view post Posted on 6/4/2012, 19:17

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voglio terzo capitolo e non dico altro XD
 
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view post Posted on 6/4/2012, 19:18
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Ahahah! Arriva arriva!
 
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view post Posted on 6/4/2012, 19:23

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Che bella anche questa storia! più o meno ti sei raccontata in prima persona, la fanfiction parla di te giusto? :)
 
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view post Posted on 6/4/2012, 19:25
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Sì sì, sono la protagonista femminile. Il protagonista maschile deve ancora arrivare... (Quanta originalità, eh?)
 
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view post Posted on 6/4/2012, 20:04
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CAPITOLO 3

No, non lasciai Ross dietro la porta. "Ho sinceramente temuto che lo facessi" disse appena entrata in casa mia togliendosi il cappotto bagnato di pioggia. La guardai con tanta emozione...era tanto tempo che non la vedevo ed infatti finimmo strette in un abbraccio poco dopo. "Sono tanto felice di vederti, piccola pazza!" Non risposi, mi stavo godendo il momento con il viso affondato tra il suo collo e la spalla, non sentivo un abbraccio da troppo tempo. Non sono un tipo da smancerie, mi hanno sempre rimproverato di essere troppo fredda. Ma io non sono fredda, non lo sono mai stata! Solo che non cerco disperatamente il contatto fisico, ecco... Si sedette a tavola sbattendo con decisione davanti ai miei occhi due biglietti per "Tokyo???" Lo dissi proprio così, con gli occhi sbarrati ed il terrore di toccare quei pezzi di carta. Lei annuì con soddisfazione "Esatto. Tokyo." Le domande che stavano facendo il girotondo nella mia testa erano davvero troppe, ma una riuscì ad uscire dal vortice attraverso le mie labbra "Ti ho detto che ho paura di fare centouno metri e tu mi porti dall'altra parte del mondo?" "Appunto! Cosa c'è di meglio per esorcizzare la tua paura?" "Ma Parigi?" "Troppo romantica. Che cosa faremmo a Parigi io e te?" "Londra?" "Non sei tipo da sala giochi. Tokyo...Tokyo è in Giappone, Angie..." "Grazie." "no, aspetta! Lì c'è tutta un'altra visione della vita, lì potresti ritrovare la calma, la tranquillità" "In mezzo ai giapponesi che non fanno altro che correre ed in mezzo a kamikaze?" "Non pensarla così, il Giappone non è rimasto a cent'anni fa! Pensa...i giardini con gli alberi di ciliegio...tutti quei petali rosa..." "Odio il rosa." Scoppiò a ridere davanti alla mia espressione di sfida nel guardare i due biglietti.appoggiati sul tavolo. Li prese e me li sventolò davanti "Io sento che qui c'è la tua svolta." Quasi quasi ci credetti. Era così convinta che mi dispiaceva troppo contraddirla. "E poi...e poi quei tuoi sogni...ricordi quei sogni di cui mi parlavi? Quella casa in stile giapponese, quel giardino..." Scattai in piedi sbattendo le mani sul tavolo "Non tirare fuori i miei sogni, ora. Non c'entra niente, sono solamente proiezioni distorte della mia realtà." Mi pentii subito del mio gesto, ma la questione "sogni" mi creava sempre del disagio. Tornai a sedermi cercando di riparare col cuore affranto dall'espressione abbattuta di Ross "Scusa...scusami io non...io non volevo urlare, non c'entri tu...beh..." non sapevo dove andare a parare "...beh. vuoi trovarmi un uomo giapponese? Ahah! Dai, vuoi rifilarmi un giapponese!" La mia ironia non fu affatto convincente, tant'è che lei mi rispose seria "Voglio solo che tu torni a vivere." Oh. Mi aveva spiazzata. "Oh beh...beh sì, sì direi che questa può essere...una partenza, nel vero senso della parola." Avrei voluto essere più assertiva, ma un'ombra mi stava offuscando la mente. Quel sogno...insieme a quello della chiesa era il più frequente. "Sì!" Lo schiaffo sul tavolo che diede Ross mi scosse dai pensieri "Sì. Ti voglio rifilare un giapponese, sì! Guarda che ce ne sono di belli,eh?" Infatti Ross da sempre era un'appassionata di nipponici. Li trovava belli. Ogni tanto in Skype mi mandava anche foto di attori, cantanti, ma non sa che non ne ho mai aperta una. Neanche una. Un po' perchè il mio pc era lentissimo ed un po' perchè,,,perchè avevo la nausea degli uomini. Non me ne poteva fregare di meno. Io avevo chiuso. "Non ne dubito, Ross. Ricordo qualche foto che mi hai passato." "Ecco. ECCO! Quindi sai benissimo a cosa potresti andare incontro!" "Beh, certo...non credo che mi imbatterò in modelli o attori..." "No,ma quelli belli esistono! Che ne so, magari trovi un fruttivendolo carino...dai, sono eccitatissima! Hai preparato le valige?" No, non avevo preparato nulla, solo il pensiero di aprire l'armadio mi distruggeva. Quell'armadio che si era svuotato dei vestiti di Andrea...non volevo vederlo. Ed infatti io indossavo solo cinque indumenti che lavavno, asciugavo, stiravo (stiravo? Ma perchè io stiravo?) e indossavo nuovamente. Ma a Tokyo non potevo portarmi solamente quelli. "Ti aiuto io, tesoro. Metto mano io al tuo armadio, tranquilla." Mi aveva letto nel pensiero? Posai gli occhi nuovamente sui biglietti ed improvvisamente qualcosa dentro di me cambiò...come svegliato dopo un lungo sonno, con gli arti intorpiditi, il mio cuore cominciò a battere in un modo diverso, un modo che io avevo dimenticato. "No...no Ross, ci penso io, tu sarai stanca, vai a farti una doccia e mettiti comoda. Io intanto preparo la valigia." Due settimane, Ross aveva sicuramente speso un patrimonio. Ma il suo lavoro di fumettista le stava dando grandi soddsfazioni! Invece,,,invece il mio lavoro di cantante era ormai morto e sepolto. Nella mia sala campeggiavano ancora i miei trofei vinti, erano sempre stati motivo d'orgoglio per me...ma dopo la separazione sembravano anche brillare di meno alla luce, sembravano opachi. Non mi ero mai accorta di questo, io li avevo sempre visti lucenti...
 
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TerryTheDrummer
view post Posted on 6/4/2012, 20:18




OOOh, stupendo anche questo capitolo *A* E' anche un pò malinconico... Mi piace veramente tanto!!! :D
 
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view post Posted on 6/4/2012, 20:24
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Grazie Terry :wub: !Comunque ci tengo a sottolineare che i sogni sono reali, nel senso, davvero ho avuto sogni ricorrenti così, soprattutto quello della chiesa, l'ho fatto da piccolina e non l'ho mai dimenticato :frrr:
 
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261 replies since 6/4/2012, 17:07   1488 views
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